Corporation di Alessandro Limena
Il libro inizia come una spy story molto promettente. Con un avvio coinvolgente e ad alta tensione insieme a una giusta dose di suspense e mistero il romanzo sprona alla lettura e appassiona; ci sono tutti gli elementi giusti: un omicidio, la ricerca spasmodica di un CD Rom con dati compromettenti su affari loschi che, se rivelati, potrebbero portare a scoprire un vaso di Pandora dagli esiti catastrofici e una caparbia ricerca da parte di un gruppo di amici che si improvvisa detective e spie per riuscire a smascherare un ingegnoso quanto criminale intento. Il gioco si fa pesante e duro fino all’epilogo.
Tutto l’impianto narrativo, però, nonostante la scelta lessicale di altissimo livello, non sempre consente al lettore una chiave di lettura facile e scorrevole. Si innestano in verità troppi personaggi non ben legati fra loro che dal nulla rivelano insospettabili capacità tecnologiche e scientifiche difficilmente riscontrabili in persone normali.
Inoltre i siparietti sentimentali sono un po’ troppo lunghi: in una spy story essi dovrebbero costituire pennellate rapide e fulminee tendenti a sgravare la tensione senza spezzare il filo rosso che lega indissolubilmente tutti gli eventi concatenati dall’inizio alla fine. Al contrario le frequenti incursioni sull’ineffabile universo femminile portano piuttosto a distrarre il lettore che fatica un po’ a rientrare nell’atmosfera del racconto.
Comunque un esperimento letterario interessante.